L’intervento
correttivo più
efficace è riuscire
a modificare la
qualità della vita,
per dare risposta
alla “voglia di
città”.
Molto
meglio, perciò,
puntare su una
rivitalizzazione
delle zone interne
da ottenere con un
deciso cambiamento
delle condizioni
sociali (e anche
socio-culturali) dei
piccoli Comuni :
portare “la città”
dentro i paesi
dell’Interno.
Rendere
disponibili le
offerte della città,
senza rinunciare ai
vantaggi del
Villaggio.
-
Servizi (che hanno
una marcata
componente
edilizia): scuole,
poste, caserme,
farmacie,
ospedali….. -
Strade e Ferrovie,
per servire
capillarmente le
Zone Interne…
Nei
paesi che si
spopolano, i servizi
si riducono e alla
lunga spariscono.
Spesso
si afferma che i
tagli nei servizi
civili
contribuiscono allo
spopolamento, e
l’affermazione, in
sé, non è
sbagliata.
Purtroppo,
può essere
sbagliata la
conseguenza che se
ne trae, cioè che
si debba, a tutti i
costi, mantenere
invariata la
dotazione storica di
servizi, che
verosimilmente era
tarata sulla maggior
popolazione
precedente.
Infatti
la tendenza
inarrestabile alla
concentrazione
territoriali dei
servizi, intesa come
volontà di tagliare
il superfluo e
comprimere i costi
totali, colpisce in
egual misura anche i
centri a popolazione
stabile e talvolta
pure quelli che
crescono.
Diciamo
che la numerosità
della popolazione
attutisce
l’effetto ed anche
la percezione dei
tagli, che invece è
allarmante nei
piccoli centri, dove
una riduzione –
anche in sè modesta
- spesso corrisponde
all’azzeramento.
Bisogna
reagire, ma non
basta chiedere il
mantenimento o il
ripristino dei
precedenti servizi
come lodevolmente
fanno gli
amministratori
locali (in gran
parte, i tagli sono
ineludibili).
Bisogna
trovare nuove forme
di rivitalizzazione
dei paesi che si
spopolano,
soprattutto
rafforzandone
l’economia, in
modo che una
maggiore prosperità
del tessuto sociale
supplisca al deficit
dei servizi,
mitigandone gli
effetti negativi.
Serve
un progetto e una
mobilitazione, in
tutte le sedi
politiche, sociali e
istituzionali, per
il riconoscimento
dello stato di
disagio che vivono i
nostri territori dal
punto di vista
produttivo e socio
– culturale.
È
dunque anche in
questi drammatici
scenari che bisogna
collocare e leggere
l'impegno per ridare
voce, centralità e
rappresentanza,
nell'ambito della più
generale questione
Sardegna, al
rilancio dello
sviluppo delle aree
interne e montane
dell'Isola.
Sono
dunque necessari
nuovi strumenti e
misure che,
selettivamente e non
a pioggia,
promuovano le
condizioni di
maggiore radicamento
nelle aree interne,
bloccando lo
spopolamento e
l'emigrazione.
Certo,
è bene ripartire
senza sottovalutare
né le difficoltà
di scenario, cioè
di quanto l'attuale
crisi pesa sulla
vita di tutti e
sulle stesse
decisioni della
politica e delle
istituzioni, né
l'urgenza di
produrre cambiamenti
a partire dalle
priorità del lavoro
e dello sviluppo
territoriale
Serve
una forte azione di
contrasto
- Serve un
progetto di sviluppo
per le zone interne
Uno
degli scopi di
questo sito è anche
quello di
raccogliere proposte
e progetti legati
allo sviluppo delle
zone interne e
montane
della
Sardegna. Riteniamo,
infatti, che il
legislatore
regionale debba si
sviluppare norme
atte allo scopo, ma
debba essere messo
nelle condizioni di
conoscere nel
dettaglio le
problematiche
e le
condizioni in cui
versano queste aree,
ma allo stesso tempo
trovare nel comitato
un punto di
riferimento e di
collaborazione in
quella che dovrà
essere una
progettualità
propositiva che
arriva dai
territori.
Per
questo il comitato
deve accogliere al
suo interno Enti
locali.
Amministratori,
Associazioni.
Professionisti,
semplici cittadini e
tutti coloro che in
modo volontario,
spinti dallo spirito
di chi vuole
continuare a vivere
e non sopravivere in
questi territori
vogliano contribuire
al raggiungimento
degli obbiettivi.
Non
possiamo più
assistere rassegnati
all’estinzione di
intere comunità in
assoluto silenzio.
Non
possiamo rassegnarci
alla sopravivenza ma
siamo tenuti come
amministratori e
soprattutto come
uomini e donne di
questi territori ad
individuare forme di
resistenza,
opponendoci a
politiche che non
tengono in
considerazione i
disagi del vivere
nelle zone interne e
montane della
Sardegna
Dobbiamo
essere noi gli
artefici di proposte
nuove che
individuino nuovi
modelli di sviluppo
per queste aree,
proposte che portino
gli Enti preposti ad
intervenire con
progetti seri di
sviluppo.
Un
progetto che dovrà
basarsi su quattro
punti fondamentali:
Recepimento
della Legge sulla
Montagna;
Una
legge che riconosca
la specificità
delle aree montane,
ne promuova lo
sviluppo
socio-economico e
persegua l'armonico
riequilibrio delle
condizioni di
esistenza delle
popolazioni montane,
la salvaguardia del
territorio e la
valorizzazione delle
risorse umane e
culturali.
La
legge dispone
provvedimenti a
favore delle zone
montane. (art.44
della Costituzione).
LEGGE
31 gennaio 1994, n.
97 Nuove
disposizioni per le
zone montane. GU
n.32 del 9-2-1994 -
Suppl. Ordinario n.
24
Un
Piano Regionale di
sviluppo per le aree
interne e per le
aree montane della
Sardegna;
Fondo
di perequazione
solidale;
Un
agenzia per lo
sviluppo delle zone
interne e montane
della Sardegna
|